Ibrutinib in combinazione con Rituximab nel linfoma a cellule del mantello recidivato o refrattario


Ibrutinib ( Imbruvica ) è approvato in Europa, Stati Uniti, e in altri Paesi per i pazienti con linfoma a cellule del mantello che hanno ricevuto una precedente terapia.
In un precedente studio di fase 2 con Ibrutinib come singolo agente, la proporzione di pazienti che hanno raggiunto una risposta obiettiva è stata del 68%; 38 dei 111 pazienti ( 34% ) avevano linfocitosi transitoria.
Si è ipotizzato che l'aggiunta di Rituximab ( MabThera ) possa colpire le cellule del linfoma a cellule del mantello associata a linfocitosi da ridistribuzione, portando a una più potente attività antitumorale.

I pazienti con una diagnosi di linfoma a cellule del mantello confermata ( basata su cellule CD20-positive e ciclina D1-positive in campioni di tessuto di biopsia ), nessun limite superiore al numero di precedenti trattamenti ricevuti, e un punteggio ECOG [ Eastern Cooperative Oncology Group ] performance status pari a 2 o inferiore sono stati arruolati in uno studio di fase 2 in un singolo Centro, in aperto.
I pazienti hanno ricevuto in modo continuo Ibrutinib orale ( 560 mg ) al giorno fino alla progressione della malattia o a effetti tossici inaccettabili.

Rituximab 375 mg/m2 è stato somministrato per via endovenosa una volta alla settimana per 4 settimane durante il ciclo 1, poi il giorno 1 dei cicli 3-8, e, successivamente, una volta ogni due cicli fino a 2 anni.

L'endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti che hanno raggiunto una risposta oggettiva nella popolazione intention-to-treat e la sicurezza valutata alla popolazione trattata.

Tra il 2013 e il 2014, sono stati arruolati 50 pazienti.
L'età media era di 67 anni e il numero mediano di regimi precedenti era di 3.

A un follow-up mediano di 16.5 mesi, 44 pazienti ( 88% ) hanno raggiunto una risposta oggettiva, con 22 pazienti ( 44% ) che hanno raggiunto una risposta completa e 22 ( 44% ) una risposta parziale.

L'unico evento avverso di grado 3 nel 10% o più dei pazienti era la fibrillazione atriale, osservata in 6 pazienti ( 12% ). Diarrea di grado 4 e neutropenia si sono verificate ciascuna in un paziente.
Gli eventi avversi hanno portato alla sospensione della terapia in 5 pazienti ( 10% ) ( fibrillazione atriale in 3 pazienti, 6%, infezione epatica in 1, 2%, e sanguinamento in 1, 2% ).
2 pazienti sono deceduti durante lo studio per arresto cardiaco e shock settico; quest'ultimo è stato ritenuto possibilmente correlato al trattamento.

Ibrutinib combinato con Rituximab è attivo e ben tollerato nei pazienti con linfoma a cellule del mantello recidivate o refrattario.
I risultati hanno fornito l’evidenza preliminare per l'attività di questa combinazione nella pratica clinica.
E’ necessario uno studio di fase 3 per ottenere dati più definitivi. ( Xagena2016 )

Wang ML et al, Lancet 2016; 17: 48-56

Ema2016 Onco2016 Farma2016


Indietro

Altri articoli


Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...


Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...


La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...


Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...


I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...


Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...


La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...


Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...


Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...